Processo penale telematico: differimento dell’obbligo di deposito a partire dal 2025.

Slitta nuovamente l’entrata in vigore l’esclusività del processo penale telematico inizialmente prevista per il 20 luglio 2023 poi prorogato al 1 gennaio 2024. Per tutto il 2024 infatti sarà possibile depositare gli atti sia sul portale già attivo sia attraverso l’utilizzo della PEC.

Dopo le ultime consultazioni tra Ministero della Giustizia, magistratura e avvocati, si è riconosciuta la necessità di superare le criticità già presenti del sistema il cui utilizzo richiede adeguata metabolizzazione da parte di tutti gli operatori. In base a  tale condivisione si è stabilito che sino al 31.12.2024 saranno garantite tutte le attuali modalità di deposito degli atti e sarà sviluppata una parallela indispensabile attività di formazione degli operatori.

Il ministro Nordio, nell’intervento davanti al plenum del CSM, ha sottolineato che «da gennaio anche il processo penale telematico sarà una realtà: la affronteremo insieme, a cadenze serrate ma con opportuna gradualità che porta a sintesi le esigenze e le soluzioni rappresentate così dalla Avvocatura come dagli uffici giudiziari». Dove a trasparire è anche la necessità di non fare apparire lo slittamento come un passo indietro sul fronte della digitalizzazione della giustizia penale, tra i punti cardine degli impegni presi con l’Europa in sede di Pnrr. Al ministero si confida piuttosto nella valorizzazione dei buoni risultati ottenuti in termini di riduzione della durata dei procedimenti rispetto al 2019.

Soddisfazione viene espressa anche dal CNF, con il presidente Francesco Greco che ricorda come «l’avvocatura non è contro il processo penale telematico, anzi, è uno strumento tecnologico con il quale gli avvocati devono confrontarsi, ma pretendiamo però che ci siano le giuste garanzie di efficienza». «Il portale – avverte Greco – presenta tuttora aspetti problematici, per questo abbiamo chiesto la possibilità di prevedere un ulteriore periodo di rodaggio, fino al 31 dicembre 2024, in cui gli avvocati possono depositare gli atti anche tramite posta certificata. In questo modo gli avvocati che devono depositare gli atti, qualora non dovessero riuscire a finalizzare la procedura, hanno comunque a disposizione uno strumento alternativo che offre una sicurezza». Del resto la stessa sperimentazione di queste settimane (comunque poche, si è sottolineato sia dai magistrati sia dagli avvocati) ha evidenziato tutte le criticità dell’applicativo messo a punto dal ministero, in via di lenta soluzione.