I dati del rapporto CEPEJ e l’efficienza della giustizia italiana: la durata dei processi penali al confronto europeo

Pubblicato il report 2022 della Commissione Europea per l’Efficienza della Giustizia (CEPEJ) che valuta i sistemi giudiziari degli Stati europei: nell’analisi dei dati raccolti fino al 2020 si mettono in evidenza alcuni particolari aspetti e criticità del ‘sistema giustizia’ del nostro Paese.

I dati dell’Italia.

Nello studio si evidenzia come nel 2020 l’Italia abbia stanziato risorse per poco meno di 5 miliardi di euro nel sistema giudiziario, pari a 82,15 € per abitante (di poco superiore rispetto alla media europea). Si tratta dello 0,30% del PIL: il 65% è stato speso per i tribunali, il 28% per le procure, il 7% per il gratuito patrocinio.

Dal 2018 al 2020, l’Italia ha aumentato il budget destinato all’informatica, alle spese giudiziarie e alla formazione organizzata dai tribunali.

Tra i dati sottolineati dal report c’è l’elevato numero di avvocati: l’Italia è il Paese con il maggior numero di avvocati in valore assoluto (235.964 mila pari al 18% del numero totale di avvocati dell’Unione) e il numero di avvocati per 100.000 abitanti è quasi tre volte superiore la media europea.

A tale dato non corrisponde un adeguato numero di magistrati: il numero di 12 giudici per 100.000 abitanti è inferiore alla media del Consiglio d’Europa, così come quello del personale giudiziario (36) e il numero dei pubblici ministeri (4). Nel calcolo non viene considerata la magistratura onoraria.

Il report evidenzia inoltre come singolare il fatto che in Italia, al contrario di altri paesi, il concetto di “promozione” dei magistrati sia per lo più legato agli anni di servizio e il livello di stipendio non sia legato alla posizione e al ruolo, bensì alla semplice anzianità.

La durata dei procedimenti.

Tra gli indicatori di efficienza dei sistemi giudiziari viene preso in esame il disposition time che misura il tempo medio di definizione dei procedimenti (lo stesso indicatore utilizzato dalla Commissione UE per il PNRR).

In dettaglio, il rapporto evidenzia che la durata media di un giudizio di primo grado è di circa due anni in ambito civile, un anno e mezzo nel penale (498 giorni) e più di due anni nel settore amministrativo.

Per il secondo grado di giudizio, invece, i tempi di attesa per arrivare alla fine del procedimento sono di circa tre anni, sia nel civile che nel penale (per quest’ultimo esattamente 1.167 giorni).

Infine, i tempi di definizione del giudizio davanti alla Corte di Cassazione arrivano a cinque anni per il settore civile, mentre sarebbero inferiori all’anno (237 giorni) nel settore penale. Due anni, invece, la durata media del giudizio davanti al Consiglio di Stato nel settore amministrativo.

Il processo penale e la media europea.

Al confronto con la media europea, la lentezza dei processi, agli occhi degli osservatori internazionali, è il principale problema che affligge la giustizia italiana.

In ambito penale l’Italia è al primo posto, nel Consiglio d’Europa, per numero di condanne della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo per irragionevole durata dei processi (1.230, dal 1959; al secondo posto, doppiata, la Turchia, con 609 condanne), nonché per durata media del processo penale in appello: come visto, 1.167 giorni (tre anni e due mesi), contro una media europea di 121 giorni (quattro mesi). In Italia gli appelli penali durano cioè dieci volte tanto la media europea.

Per il primo grado di giudizio, che in Italia dura mediamente 498 giorni, siamo oltre tre volte la media europea, che è di soli 149 giorni, mentre per il giudizio di cassazione nel nostro Paese dura solo due volte la media europea (237 giorni contro 120).

Su questi dati dovrà misurarsi la recente Riforma Cartabia entrata in vigore da pochi giorni unitamente alle norme già vigenti sulla prescrizione del reato e sull’improcedibilità per superamento dei termini di durata dei giudizi di impugnazione.

Quest’ultimo è un meccanismo che responsabilizza i magistrati, anche in funzione degli impegni assunti con il PNRR e che, secondo i primi dati, grazie alla riorganizzazione degli uffici giudiziari sembra dare i suoi frutti riducendo del 15% il disposition time.

Scarica il Report CEPEJ 2022 o vai al Database dinamico.