Giudizio direttissimo e richiesta termini a difesa – Erronea preclusione dei riti alternativi – La Consulta chiarisce definitivamente

Pubblichiamo la sentenza 243 depositata il 2.12.2022 con la quale la Corte Costituzionale sanziona finalmente l’erronea e restrittiva interpretazione giurisprudenziale che riteneva precluso l’accesso ai riti alternativi in seguito alla concessione del termine a difesa nel giudizio direttissimo.

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Nessun automatismo nella responsabilità del rappresentante legale per le ipotesi di riciclaggio o autoriciclaggio imputabili al gestore di fatto della società.

E’ quanto ribadito nella sentenza n. 43969 depositata il 18.11.2022 dalla Seconda Sezione della Corte di Cassazione che ha stabilito l’impossibilità di attribuire al prestanome di una società la responsabilità per i reati di riciclaggio ed autoriciclaggio, eventualmente commessi dall’effettivo amministratore, soltanto sulla base di una presunta posizione di garanzia o di un obbligo di impedire l’evento derivanti dalla carica sociale rivestita.

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Le Sezioni Unite sulla rilevabilità d’ufficio della pena illegale anche in caso di ricorso inammissibile.

Intervento chiarificatore delle Sezioni Unite che con la sentenza 38809 depositata il 13.10.2022 hanno stabilito che pur in presenza di un ricorso inammissibile spetta alla Corte di Cassazione, in attuazione degli artt. 3, 13, 25 e 27 Cost. il potere di rilevare l’illegalità della pena determinata dall’applicazione di sanzione ab origine contraria all’assetto normativo vigente.

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Messaggi WhatsApp e reato di molestie: la fine di una relazione sentimentale e la configurabilità del reato – irrilevanza della funzione di “blocco”

Segnaliamo la sentenza n. 34821 della Prima Sezione (ud. 24.05.2022 dep. 20.09.2022) con la quale viene ribadita dai giudici di legittimità la configurabilità del reato di cui all’art. 660 C.P. per l’imputato responsabile di aver inviato messaggi telefonici tramite WhatsApp diretti alla persona offesa e contattando persone a lei vicine affinché facessero da tramite per convincerla a riprendere la relazione sentimentale cessata.

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No all’abuso d’ufficio quando la condotta non rientra nello svolgimento delle funzioni o del servizio

Si segnala la pronuncia della Corte di Cassazione (Sezione VI del 17.02-14.04.2022 n. 14721) che ha annullato senza rinvio la condanna per tentato abuso d’ufficio (artt. 56 e 323 C.P.) in concorso pronunciata a carico di un consigliere comunale per aver assunto l’incarico di consulente presso azienda municipalizzata deputata alla raccolta di rifiuti nel medesimo Comune ove era stato eletto (azienda che aveva anche pagato le fatture presentate per le prestazioni erogate).

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Tutela dei beni culturali: le nuove fattispecie di reato

La Legge 9.03.2022 n. 22, in applicazione della Convenzione di Nicosia, ha introdotto – con vigenza a far data dal 23 marzo 2022 – nuove disposizioni in materia di reati contro il patrimonio culturale. L’intervento normativo si caratterizza come una revisione, in termini estremamente punitivi, della complessiva disciplina previgente compresa nel Codice dei beni culturali e del paesaggio (D.Lvo 42/2004) e che, con aggiunte e adattamenti, è stata trasferita nel Codice Penale.

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Responsabilità ex 231/2001: consentito il dissequestro parziale delle somme per il pagamento delle imposte a carico dell’ente.

Segnaliamo la sentenza n. 13936 resa l’11.01.2022 (depositata l’11.04.2022) con la quale la Sesta Sezione della Suprema Corte ha chiarito, in tema di responsabilità degli enti ex D. Lvo 231/2000, la possibilità di disporre lo svincolo parziale delle somme sequestrate ai fini di confisca per consentire, da parte dell’ente, il pagamento delle impose sui redditi illecitamente lucrati a mezzo della commissione dei reati presupposto.

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Reati contro il patrimonio: rapina in ascensore e aggravante della “privata dimora”

La Cassazione, con la sentenza n. 15889 del 26.04.2022 (Sezione 2 ud. 17.02.2022), ha confermato l’orientamento secondo cui deve considerarsi aggravata, ai sensi del comma 3 n. 3 bis dell’art. 628 C.P., la rapina tentata o consumata nelle aree di pertinenza dell’abitazione tra le quali può rientrare il vano ascensore dove, nel caso di specie, l’imputato aveva bloccato la vittima impossessandosi della borsa con violenza.

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