Rientrano in questa categoria quelle fattispecie di reato ricomprese nella Legge 69/2019, provvedimento con il quale è stata rafforzata la tutela delle vittime di violenza domestica e di genere, apportando una serie interventi sia nel codice penale che in quello di procedura.
La legge infatti introduce una corsia preferenziale per le denunce e le indagini riguardanti casi di violenza contro donne o minori, come avviene nei pronto soccorso per i pazienti che necessitano di un intervento immediato.
Rientrano in questa categoria:
- maltrattamenti in famiglia – art. 572 C.P.
- stalking ovvero atti persecutori – art. 612 bis C.P.
- violenza sessuale – artt. 609 bis e succ. C.P.
- deformazione dell’aspetto della persona mediante lesioni permanenti al viso – art. 583 quinquies C.P.
- revenge porn ovvero diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti senza il consenso delle persone rappresentate – art. 612 ter C.P.
- costrizione o induzione al matrimonio – art. 558 bis C.P.
- violazione dei provvedimenti di allontanamento dalla casa familiare e del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa – art. 387 bis C.P.
I dati dei reati di violenza di genere e domestica sono inquietanti e, in effetti, tali da porci davanti ad un’emergenza sociale, per la quale non basta però un inasprimento delle pene o l’introduzione delle nuove fattispecie di reato.
Con l’aumento di procedimenti per reati ricompresi nel Codice rosso, la tutela delle vittime, la cui condizione è accertata o in corso di accertamento, diventa una scelta necessaria “a prescindere”, a fronte di un pericolo di reiterazione avvertito spesso come connaturato al reato tanto da incidere sia in tema di concessione della sospensione condizionale della pena ex art. 165 C.P., sia con riferimento alla modifica dell’art. 13 bis L. 354/75, sia in riferimento all’art. 4 bis della stessa legge.
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